La storia

1858 Provincia Ecclesiastica di Messina in Sicilia (Girolamo Petri)

da 1912 Stato del Clero della Città e Diocesi di Patti.

SAN FRATELLO

Patroni: Santi Alfio, Filadelfio e Cirino

n. complessivo delle anime: 11.500

Parrocchia: Maria Assunta (fondata nel 1130) – 8 chiese e 10 sacerdoti

Parrocchia: S. Nicolò di Bari (fondata nel 1300) – 6 chiese e 9 sacerdoti

1912 Stato del Clero della Città e Diocesi di Patti (si ringrazia padre Damiano Amato)


LA PARROCCHIA SAN BENEDETTO IL MORO
da Padre Gagliani – un prete e la sua parrocchia (2001)

Con la legge 1045 del 9 luglio 1922, emanata a seguito del vasto movimento franoso che nel gennaio del 1922 distrusse buona parte dell’abitato di San Fratello, vennero costruite in Acquedolci case popolari, il Municipio, la Chiesa e il Cimitero.

La Chiesa aperta al culto l’1 dicembre del 1929 per volere di S.E. il vescovo mons. Ferdinando Fiandaca, fu affidata in un primo tempo ai parroci delle Chiese Matrice e S. Nicolò di San Fratello: l’ab. don Filadelfio Conforto, vicario foraneo, e l’ab. don Luigi Vasi, ex cappellano militare. Essi prestarono a turno il loro servizio religioso nella nuova chiesa.

Successivamente (1930) venne nominato vicario cooperatore il neo sacerdote don Luigi Todaro, il quale, con il contributo economico dei fedeli, dotò la Chiesa delle statue del Sacro Cuore e della Vergine Addolorata.

Nel marzo 1931 S.E. mons. Antonio Anastasio Rossi (amministratore apostolico della Diocesi di Patti), durante una visita pastorale, consacrò la Chiesa alla Beata Vergine Assunta, officiando la prima Cresima.

Nel luglio del 1931 il sac. Todaro venne sostituito nella carica dal sac. Antonino Valenti, il quale iniziò la registrazione degli atti relativi alla amministrazione dei sacramenti.

A seguito del trasferimento del sac. Valenti alla parrocchia di Caronia (1935) il nuovo vescovo di Patti, mons. Antonio Mantiero, venne nominato vicario cooperatore il sac. Basilio Salanitro.

Nel gennaio 1938 S.E. mons. Angelo Ficarra, in sostituzione del sac. Salanitro, trasferito a Patti, nominò parroco il sac. Filadelfio Versaci, erigendo al contempo la Chiesa di Acquedolci a Parrocchia Arcipretale dedicata a San Benedetto da San Fratello detto il Moro.

1938, ingresso ad Acquedolci di S.E. mons. Angelo Ficarra, foto cav. Benedetto Rubino

L’arc. Versaci, venendo ad Acquedolci, portò con sè come valido sacrista il sig. Calogero Vitanza, persona in seguito molto apprezzata da tutti. Il signor Vitanza infatti era in grado di seguire le varie funzioni che si svolgevano in chiesa, suonando l’armonium e rispondendo al sacerdote officiante anche in latino.

A seguito delle dimissioni dell’arc. Versaci, in data 1 settembre 1940 il Vescovo chiamava a sostituirlo come vicario economo il sac. Antonino Di Paci, nominandolo successivamente (26 giugno 1943) Arciprete parroco.

Gli eventi bellici del 1943, purtroppo, non risparmiarono neanche la cittadina di Acquedolci, al tempo frazione di San Fratello. Oltre alle numerose abitazioni private venne danneggiata anche la Chiesa, che rimase per un certo tempo senza tetto, e solo grazie all’interessamento dell’Arciprete potè essere riparata e riaperta al culto. Successivamente venne ricostruita la volta della navata centrale e ricavate le due cappelle in fondo alle navate laterali.

A collaborare con l’arc. Di Paci, venne nominato prima il sac. Calogero Consolo e successivamente il sac. Cirino Savio (quest’ultimo dal novembre 1949 all’aprile 1950).

Nel settembre del 1950, appena ordinato sacerdote, venne quale cappellano, il sac. Orazio Sapenza, il quale dopo circa un anno, con dispiacere di buona parte dei cittadini di Acquedolci, venne trasferito a Pettineo e nominato arciprete della Parrocchia Maria SS. delle Grazie. In sua sostituzione e sino al 1953, venne nominato il sac. Gaetano De Maria.

Proprio in questo periodo comincia ad Acquedolci a farsi sentire l’idea di “Acquedolci autonoma” e quale presidente del Comitato pro-autonomia venne eletto l’arciprete Di Paci. Sono noti a tutti i suoi discorsi pronunciati al cinema Aurora, tendenti ad esortare i cittadini alla unione alla compattezza al fine di conseguire l’autonomia: … Guardate la nostra Chiesa, senza gradinate alle porte della facciata principale, con i danni bellici ancora a riparare
Ottenuta l’autonomia, per la quale aveva tanto lavorato, l’arciprete Di Paci nel suo discorso in occasione dei festeggiamenti … sento prorompere dall’animo mio commosso un cantico di ringraziamento a Dio per avrmi conservato prodigiosamente in vita, per vivere questo giorno di allegrezza pieno
Non potè fare a meno di presentare, però, alle Autorità Regionali e Provinciali presenti, la richiesta di interessamento per il nuovo Comune, bisognevole di numerosi interventi: … manca di tutto, manca di strade, di acqua, di luce e di fogne, … manca persino della miseria di un orologio (quello del campanile) che, in queste lunghe notti di inverno, accarezzi il nostro udito con il danzar delle ore
Ma non è stata solo l’Autonomia di Acquedolci ad interessare l’arciprete Di Paci; contemporaneamente ha curato la realizzazione di un altro suo sogno: la costruzione dell’Istituto Beata Vergine Assunta che ha voluto affidare ai Padri Giuseppini del Murialdo.

appaltatore Granata Antonio, padre Gino Piccialuti, ingegnere (ascensore), arc. Di Paci, padre De Rosa, … (archivio Istituto)

In data 9 luglio 1972, l’arciprete di Paci, alla veneranda età di 89 anni torna alla Casa del Padre e quindi, il Vescovo Mons. Pullano, designa (11 luglio 1972) a succedergli il sac. Salvatore Gagliani che, nella veste di vice parroco, dal 31 ottobre del 1955, aveva lavorato in seno alla comunità, prodigandosi attivamente specialmente nel campo giovanile. La resposabilità della guida della Parrocchia infonde nuova energia a Padre Gagliani che, al fine di dare maggiore impulso al suo ministero sacerdotale si preoccupa, sollecitando l’istituzione di alcuni cantieri di lavoro regionali, di edificare appositi locali per riunioni e per gli uffici parrocchiali; di realizzare una canonica accogliente, destinando quella originaria (la cui ubicazione, al di sopra dell’abside della Chiesa, era stata severamente criticata dall’arc. Di Paci in un registro parrocchiale), debitamente restaurata, ad aule per il catechismo. Ha provveduto al restauro della Chiesa, rifacendo il pavimento, la copertura, le coloriture interne, ma soprattutto l’ha dotata di un magnifico organo a canne che ci viene da molti invidiatoe di un nuovo impianto di amplificazione per migliorare l’ascolto della Parola. Si è impegnato per restituire al campanile l’orologio distrutto dalla guerra ed ha dotato le finistre della Chiesa di belle vetrate istoriate rappresentanti i dodici apostoli, gli angeli e la Madonna Assunta. Ha curato il restauro della Chiesa di San Giacomo, dove, per molti anni, ha celebrato la messa domenicale per i parrocchiani della Marina Vecchia. In questi ultimi anni sono stati riorganizzati gli Uffici Parrocchiali con l’acquisto di attrezzature (fotocopiatori, computer), che consentono un concreto miglioramento della programmazione pastorale. La Lettera alle Famiglie, contenente sempre il pensiero di S.E. il Vescovo, che giunge mensilmente in tutte le case, rappresenta il valido mezzo di dialogo fra il Parroco e i fedeli tutti. In tutto questo arco di tempo, mediante la generosità dei parrocchiani, la Chiesa è stata arricchita di nuovi altari, candelabri, lampadari, sedie e banchi, nuovi confessionali.

È doveroso infine ricordare la collaborazione data a padre Gagliani dai vicari don Giuseppe Gaglio, nell’anno 1978, e don Vincenzo Vitanza dal 1984 sino al febbraio del 1990.

Carmelo Calabrese


Per conoscere la storia di Acquedolci consulta il sito della PRO LOCO ACQUEDOLCI APS